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"Le politiche sbagliate arretrano il Sud!"
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"Nel disinteresse delle politiche generali, immaginare che la politica regionale possa risolvere, da sola, i problemi del Mezzogiorno è a dir poco velleitario": lo sottolineano i ricercatori del servizio studi di Bankitalia, Luigi Cannari, Marco Magnani e Guido Pellegrini, in un "Occasional papers" pubblicato sul sito dal titolo "Quali politiche per il Sud? Il ruolo delle politiche nazionali e regionali nell`ultimo decennio". Lo studio analizza le diverse politiche messe in campo dal `93 ad oggi per superare una situazione di stallo che coinvolge un`area del paese di ampia rilevanza macroeconomica ("in cui si concentrano un terzo della popolazione e un quarto del prodotto interno lordo dell`Italia"). Dati che "rendono evidente l`importanza del Sud per le prospettive di crescita del paese e per l`azione di politica economica per lo sviluppo".A distanza di 10 anni i problemi del Mezzogiorno sono irrisolti - E` necessario chiedersi in che misura ciò sia il risultato di politiche pubbliche inadeguate, sia di quelle place based (ovvero specificatamente dedicate allo sviluppo del Sud) sia di quelle nazionali con effetti differenziati sul territorio". "Con i fondi comunitari - spiegano ad esempio - si può certamente organizzare qualche ora di doposcuola per gli studenti meridionali, ma se è la scuola pubblica che non funziona è difficile immaginare che qualche ora nel pomeriggio possa compensare ciò che non si fa in classe ogni mattina".La ricetta - "Almeno tre questioni ci paiono ineludibili: il disegno delle politiche generali dovrebbe tenere conto delle differenze territoriali, utilizzare se necessario strumenti differenti e intervenire con diversa intensità per conseguire obiettivi agevolmente misurabili. Per i servizi essenziali è necessario definire standard minimi uniformi nel territorio, la cui realizzazione può essere affidata pragmaticamente alla amministrazione centrale o a quelle sub-nazionali a seconda delle caratteristiche di ciascun servizio".I motivi del divario col Nord - Un fattore "essenziale che concorre a formare il ritardo di sviluppo del Sud - si sottolinea - è il divario nella qualità della formazione scolastica, la cui consapevolezza è emersa soprattutto in anni recenti. Gli strumenti per conseguire standard minimi in termini sia di apprendimento sia di tassi di abbandono hanno già un certo grado di flessibilità, grazie all`autonomia di cui godono gli istituti scolastici in relazione all`organizzazione interna e all`utilizzo degli insegnanti. D`altra parte, in assenza di impulsi esterni, proprio ciò ha l`effetto di amplificare le esternalità locali negative che colpiscono il sistema scolastico.Stabilire obiettivi - Un impulso importante può essere impresso con l`ampliamento dei margini di discrezionalità (anche retributiva, in funzione di eventuali parametri differenziati territorialmente) nelle decisioni di allocazione a livello nazionale dei dirigenti scolastici, che costituiscono la variabile strategica su cui occorre in primo luogo far leva. A questo fine possono essere introdotti processi valutativi e predisposti supporti esterni ai piani presentati dalle scuole per raggiungere gli obiettivi fissati in termini di apprendimento e abbandono che in gran parte del Sud possono avvalersi dei Fondi strutturali destinati alle regioni in ritardo di sviluppo".Il problema delle infrastrutture - Si sottolinea come "la spesa in conto capitale per il Mezzogiorno sia rimasta praticamente costante fra il 2001 e il 2005: ad un aumento dei finanziamenti europei (compreso il cofinanziamento nazionale) ha corrisposto una diminuzione di circa il 20 per cento delle altre fonti. In questo caso la presenza di una addizionalità vera" della spesa serve a evitare il circolo vizioso secondo il quale a una ridotta domanda nelle aree meno sviluppate si viene ad associare una minore offerta di infrastrutture, materiali ed immateriali, che a sua volta manca di offrire occasioni di sviluppo in tali territori.Creare opportunità di sviluppo - L`intervento pubblico deve quindi garantire non solo un livello minimo di capitale pubblico (dalle strade all`approvvigionamento idrico alla giustizia e sicurezza) ma deve porre le condizioni per creare opportunità di sviluppo: esempi possono essere interventi di cablatura per estendere la diffusione dell`ITC in queste aree, opere capaci di rafforzare il debole sistema di trasporto su ferro, interventi nel campo dell`ambiente e dei beni culturali".
Ciò potrebbe portare ad un aumento della domanda di mutui e prestiti al consumo e mutui e prestiti per l`acquisto della prima casa.
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Notizie economia
Fonte: Tiscali
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