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"Piano Casa: 90 Giorni alle Regioni!"

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Mutui e Prestiti


Dopo lunghe trattative si è conclusa in tarda serata nella sede del ministero per i Rapporti con le Regioni la ricerca dell`accordo tra Stato e regioni sul piano casa. Nel Consiglio dei ministri di oggi, mercoledì 1 aprile, l`accordo sarà già oggetto di riflessione in particolare nella scansione dei tempi entro i quali dovrà essere approvato il relativo decreto. Prima, però, l`intesa dovrà essere formalmente approvata dalla Conferenza unificata convocata per le 9 a Palazzo Chigi.
«Si tratta di un risultato molto importante al quale abbiamo lavorato intensamente - ha commentato il ministro Raffaele Fitto - abbiamo raggiunto un`intesa condivisa dall`intero Governo. Berlusconi è sempre stato puntualmente informato di ogni passaggio e in Consiglio dei ministri si potrà procedere con la tempistica, entro 10 giorni il decreto sulla semplificazione amministrativa dovrebbe essere pronto».
Ciò porterà ad una richiesta di mutui e prestiti ed una conseguente ripresa del mercato.
Il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, oltre alla soddisfazione, ha sottolineato che l`intesa «è un risultato importante per noi e per il Paese, confermiamo pienamente l`impostazione di quando avevamo detto che il decreto era inaccettabile». Con gli accordi raggiunti oggi «non ci sono scelte che possono compromettere il sistema di governo e la tenuta urbanistica del territorio. Ora però bisogna occuparsi della vera emergenza che è quella di trovare risorse per le famiglie in difficoltà che non riescono a pagare l`affitto, abbiamo 550 milioni di euro, bisogna trovare altre risorse pubbliche e private». Errani ha poi sottolineato che i lavori del piano casa saranno svolti nel rispetto delle norme sulla sicurezza e con lavoro regolare e forme di rendicontazione che mettano in chiaro tutti i lavori che verranno fatti.
Le Regioni avranno 90 giorni di tempo per emanare, ciascuna, le norme per consentire l`attuazione del piano casa. L`intesa raggiunta prevede aumenti volumetrici del 20% per le abitazioni e del 35% nei casi di demolizione e ricostruzione, purchè compiuti con tecniche di bio-edilizia le volumetrie si riferiscono solo all`edilizia residenziale, mentre i centri storici e tutte le aree protette non verranno toccate dal piano casa, nel pieno rispetto dei programmi urbanistici.
In extremis si è raggiunto l`accordo per il varo di un tavolo che metta a punto uno studio di fattibilità per verificare quali misure adottare per l`edilizia pubblica. Dall`accordo, infatti, sono sparite «le risorse aggiuntive» che lo Stato avrebbe dovuto apportare, seppure in quantità non determinata.

Ampliamenti fino al 20% e non oltre i 200 metri cubi
Come anticipato dal Sole24ore, le Regioni hanno accolto la proposta del Governo di ampliamenti di volumetrie di abitazioni residenziali uni-bi familiari entro il limite del 20%. «O comunque di volumetria non superiore ai 1000 metri cubi» per un incremento complessivo massimo di 200 metri cubi.

Limite al 35% in caso di interventi di bioedilizia
La soglia si alza al 35% della volumetria esistente nel caso di interventi straordinari di demolizione e ricostruzione di edifici. Le operazioni devono però avere «finalità di miglioramento della qualità architettonica esistente, di riduzione sensibile dei consumi energetici e di utilizzo di fonti energetiche rinnovabili».

Sburocratizzazione delle procedure
Il documento prevede che vengono introdotte forme semplificate e celeri per l`autorizzazione di questi interventi edilizi. Le Regioni si impegnano ad approvare entro 90 giorni proprie leggi ispirate a questi obiettivi (anche se le leggi regionali possono prevedere gli ambiti nei quali questi interventi sono esclusi o limitati). Questo soprattutto nel caso di aree di particolare pregio ambientale o paesaggistico. La disciplina introdotta da queste leggi regionali avrà una validità temporalmente definita e comunque non superiore ai 12 mesi dalla loro entrata in vigore. Nel caso in cui le leggi regionali non fossero approvate nel termine stabilito, il Governo e il presidente della giunta interessata determineranno «le modalità procedurali idonee ad attuare compiutamente l`accordo».

Un decreto legge con i termini massimi per autorizzazioni e permessi
Il testo prevede anche che, contestualmente alla sottoscrizione di questo accordo, il governo emani un decreto legge «i cui contenuti sono concordati con le Regioni e il sistema delle autonomie, con l`obiettivo di semplificare alcune procedure di competenza esclusiva dello Stato per rendere più rapida ed efficace l`azione amministrativa di disciplina dell`attività edilizia». In particolare, le misure devono riguardare la previsione di un termine certo per il rilascio delle autorizzazioni e dei permessi, la ridisciplina di rilascio dell`autorizzazione paesaggistica, la semplificazione delle procedure di valutazione ambientale strategica (Vas), la fissazione dei principi fondamentali in materia di misure di perequazione e compensazione urbanistica.

Più spazio all`edilizia sociale
Infine, il governo si impegna ad aprire un tavolo di confronto con le Regioni e le autonomie locali per la definizione di un nuovo Piano casa che individui, con risorse aggiuntive, le modalità «per soddisfare il bisogno abitativo delle famiglie o particolari categorie che si trovano nella condizione di più alto disagio sociale» e a destinare a favore di Regioni e Comuni il maggiore gettito Iva derivante dagli interventi previsti dall`accordo, da reinvestire in programmi di edilizia sociale e per coloro che hanno difficoltà ad accedere al libero mercato della locazione.
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Fonte: Il Sole 24 Ore





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