Bizzarra deità, come le notti
oscura, dal profumo che è miscuglio
d`avana e muschio, opera di Obi,
il Faust della savana, ammaliatrice
color d`ebano, figlia delle nere
mezzenotti, antepongo ai vini rari,
all`oppio, l`elisir della tua bocca
ove l`amor si pavoneggia; quando
parte verso di te la carovana
dei desideri miei, i tuoi occhi sono
la cisterna ove bevono i miei affanni.
Attraverso quei due grandi occhi neri,
spiragli della tua anima, versa
meno fiamme su me, spietato demone!
Ahi, lo Stige non sono per poterti
nove volte abbracciare, ed io non posso,
Megera libertina, per fiaccarti
e metterti alle strette, una Proserpina
ridurmi nell`inferno del tuo letto!
C. Baudelaire