Mutui e Prestiti
Quello chiuso il 30 gennaio è stato il primo mese di un anno borsistico peggiore di sempre, con lo S&P500 sceso di circa l`8%, e di gran lunga il peggior gennaio tra quelli che hanno visto l`insediamento di un nuovo presidente alla Casa Bianca negli ultimi 40 anni. Alla base del calo dei mercati il rinnovato clima di sfiducia che grava sul comparto dei titoli finanziari ed il segnali negativi che arrivano dai conti delle società: le ultime trimestrali sono state per la maggior parte deludenti ed hanno portato con se l`annuncio di circa 100,000 licenziamenti. Il dato preliminare per il Pil del quarto trimestre 2008 può essere preso a misura delle difficoltà in cui versa l`economia statunitense: il calo del 3,8% è infatti il peggiore degli ultimi 27 anni.
Con il calo dell`ultimo trimestre del 2008 il Pil americano ha infatti archiviato due trimestri consecutivi in contrazione, fenomeno che non veniva registrato dal 1990/1991, avviando un trend che difficilmente si arresterà in tempi brevi. E depurando il Pil dalle variazioni dei prezzi, considerandolo quindi in termini reali, la contrazione del quarto trimestre risulta essere del 4,1%, la peggiore dal 1954.
Facendo riferimento a questo risultato il presidente Barack Obama ha dichiarato che si tratta di un "disastro che continua per le famiglie di lavoratori americani".
Il dato è risultato migliore delle attese, che erano per un calo superiore al 5%, ma non per motivi virtuosi. Ad impedire il raggiungimento di valori inferiori a quelli registrati è stato infatti l`aumentato livello delle scorte, che ha dato un contributo al Pil in termini di crescita dell`1,3%, ma un incremento delle scorte significa un rallentamento degli acquisti. I consumi interni concorrono alla formazione dei due terzi circa del Pil statunitense, quindi il fatto che siano calati rispettivamente del 3,8% e del 3,5% negli ultimi due trimestri dimostra che, come ha dichiarato il neo presidente "la recessione si sta facendo più profonda e l`emergenza per l`economia Usa si sta ampliando".
Soffre di conseguenza anche il mercato del lavoro, a gennaio l`occupazione nel settore non agricolo e` diminuita di 598 mila unità, il maggior calo da 34 anni. E purtroppo uno scenario di questo tipo sembra potersi adattare non solo al mercato statunitense ma anche a quello europeo ed asiatico. Le attese del Fondo monetario internazionale per l`area euro sono infatti di un calo del Pil del 2% nel 2009 mentre in Giappone la produzione industriale ha subito a dicembre una flessione del 9,6% rispetto al mese di novembre, con la disoccupazione passata nello stesso periodo dal 3,9 al 4,4%. Quali conclusioni deve trarre allora l`investitore? Senza avere la pretesa di leggere chiaramente il futuro ed eccedendo quindi sul fronte della prudenza il comportamento migliore in questo momento sembra essere quello di stare lontani dal mercato azionario, almeno fino a quando non si registreranno i primi segnali di ripresa sul fronte dei dati anticipatori del ciclo economico.
Foto
Notizie economia
Fonte: Tiscali