Mutui e Prestiti
Subito più soldi per gli ammortizzatori sociali, 8 miliardi, utilizzando le risorse del Fondo sociale europeo e, se non dovessero bastare, ricorrendo a
finanziamenti pubblici. E poi altre misure per rilanciare l`
economia reale: sgravi fiscali, come il credito di imposta, per stimolare gli
investimenti; rilancio delle infrastrutture. Ma non solo: bisogna accelerare il pagamento dei crediti che la Pubblica amministrazione ha nei confronti delle aziende, ben 70 miliardi.
«I tempi di uscita dalla crisi dipenderanno dalla reazione dei Paesi. Se faremo le scelte giuste io sono ottimista: ad inizio del 2010 vedremo già un miglioramento». Emma Marcegaglia ha le idee chiare sulla ricetta di politica economica che bisognerebbe attuare per portare l`Italia fuori dalle secche. Misure congiunturali, unite alle riforme strutturali che il Paese ha sempre rinviato: serve più concorrenza, vanno riviste le pensioni, bisogna eliminare quei lacci che imbrigliano l`economia.
Come presidente di Confindustria non farà sconti a nessuno: «Vogliamo assumerci le nostre responsabilità, diremo con coraggio ciò che va fatto, senza timore di scontentare qualcuno», ha detto ieri, concludendo i lavori della Winter University, i due giorni di alta formazione che si sono svolti a Venezia, al San Clemente Palace, e che hanno permesso a duecento imprenditori di incontrare personaggi internazionali, dal ministro dell`Industria francese, Christine Lagarde, ad economisti e manager come il cinese Fang Gang, il vice segretario al Tesoro Usa, Robert Kimmit, il vice presidente della società israeliana IDB Group, Avi Fischer.
Ma c`è un altro messaggio che è emerso forte e condiviso: no al protezionismo. Il "by american" sull`acciaio, la protesta dei lavoratori inglesi alla Total, in Gran Bretagna, patria delle dottrine liberali, sono secondo la Marcegaglia, segnali che devono richiamare l`attenzione. Anche l`Europa deve fare di più e deve essere più coesa nelle scelte: nei prossimi G8 e G20 bisognerà ripensare le regole sui mercati finanziari e rivedere il funzionamento degli organismi internazionali.
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Fonte: Il Sole 24 Ore