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"Più tutela contro la violenza alle Donne!"

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Dopo i recenti fatti di cronaca si torna a discutere di violenza sessuale: un reato la cui diffusione non conosce tregua ma che periodicamente torna in auge solo perché l'estrema efferatezza del contingente lo rendono argomento di discussione. Una sessuologa e un criminologo provano a ragionare sui perché di un atto che compie un danno irreparabile nella vittima, e nella società intera.

"Ormai abbiamo una gioventù alla deriva, che si raggruppa per rinforzare l`identità negativa e aggredisce i più deboli. E fanno come vogliono, perché hanno capito che in Italia non c`è la certezza della pena". E` l`analisi della sessuologa Alessandra Graziottin, direttore del Centro di Ginecologia al San Raffaele di Milano, nel commentare l`ennesimo caso di stupro, che ha visto vittima del “branco” una giovanissima.

Un fenomeno in drammatica crescita: "Colpa dell`aumento dei giovani con disturbi antisociali, che sfogano sui più deboli la loro negatività. Il sesso è secondario, non a caso aumentano anche gli stupri e le sodomie verso disabili, non ad opera di omosessuali ma a puro scopo di umiliazione". E il branco sa di avere ottime chance di farla franca: "Si è allentato il controllo sociale - denuncia la sessuologa - e manca la certezza della pena, anche per colpa dell`indulto. Per questo aumentano le violenze extradomestiche, anche in luoghi pubblici e in gruppo".

La donna purtroppo non sempre contrasta il fenomeno con la dovuta fermezza: "Il 98 per cento delle donne non denunciano la violenza - spiega la Graziottin - perché hanno paura della vendetta del partner, temono lo stigma sociale e si sentono degradate e non meritevoli di attenzione". Ma la colpa, denuncia l`esperta, è anche "di un certo modello sociale che vede strumentalizzato il corpo della donna, specie in Tv, un modello che molte donne avallano e che fa passare un messaggio distorto e negativo".

In Italia gli stupri sono un dato preoccupante reso più complesso dalle sacche di emarginazione all`interno del fenomeno dell`immigrazione. Lo sottolinea il professor Vincenzo Mastronardi, criminologo dell`università di Roma La Sapienza. "Lo stupratore - spiega Mastronardi - viene comunemente definito lo “scippatore del sesso”, cioè un soggetto che ruba qualcosa che andrebbe conquistato e guadagnato mentre non è in grado di farlo. La sua reazione, contaminata dal narcisismo primario, è: mi si deve tutto quello che chiedo".

"Le motivazioni dello stupro - sottolinea il criminologo - vanno ricercate in tre fattori: innanzitutto la famiglia che non riesce a comunicare le sicurezze che alimentano l`autostima: problemi economici, tasse, indigenza, il respirare l`aria di insicurezza. Il soggetto non si stima e trova nei comportamenti aggressivi la via di sfogo; poi la necessità di affermarsi: come diceva George Bernard Shaw, non c`è nulla di più comune di volersi sentire importanti. A questo punto, nella necessità di affermare il `super io` i soggetti lo fanno con un complesso di potenza.”

“Gli stranieri immigrati possono essere a rischio – continua Mastronardi - perché non sentono la rispondenza di una comunità che non parlando o parlando male la lingua, non li accetta da subito. Così hanno la necessità di compensare un enorme complesso di inferiorità dovuto al vissuto di sentirsi emarginati. L`ultimo elemento - conclude Mastronardi - sta nella necessità di soddisfare comunque l`istinto sessuale fisiologico ed anche in questo caso si evidenzia di più negli immigrati emarginati: gli italiani generalmente riescono più facilmente a trovare le strategie di avvicinamento all`altro sesso".

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