La gente spende sempre di più di quello che ha, richiendendo mutui e prestiti.
Resta ottimista, ma non si sbilancia in previsioni il ministro dell`Economia, Giulio Tremonti, sulla attuale crisi economica: «E` presto per dire cosa ci succederà. Sono convinto, e ho apprezzato le parole di Napolitano, che usciremo migliori rispetto a prima dalla crisi e come Italia ne usciremo meglio: ci sarà un ritorno ai valori, saranno più valorizzati il lavoro, l`industria e il risparmio». Tremonti ha così parlato durante il dibattito a "Neveazzurra", l`appuntamento politico del centro-destra a Roccaraso. Ma sull`anno appena iniziato Tremonti non vuole fare previsioni: «Il 2009 è l`anno che viene dopo il 2008, e io non mi occupo di astrologia».
Per arginare la crisi economica «in Italia abbiamo fatto tutto il possibile, compatibilmente con i nostri conti e con la Ue. Ora il nostro problema è solo spendere i soldi», ha ribadito Tremonti. I fondi «sono già in bilancio, il problema è spenderli velocemente e bene; finora non è stato cosi. L`obiettivo che dobbiamo avere tutti insieme, maggioranza e opposizione, governo, Confindustria, sindacati è fare la spesa pubblica in modo efficace e veloce». Invece ora «le opere pubbliche si bloccano». Ma nel Dl anticrisi «c`è la soluzione: se l`opera ritarda, il commissario assume pieni poteri, e se qualcuno fa ricorso non blocca il cantiere».
Certo, ha aggiunto il ministro, «con Cisl, Uil e Confindustria il dl anticrisi è stato discusso nei dettaglio, con la Cgil è un po` più difficile, ma speriamo nel futuro».
Tremonti è convinto che il sistema italiano abbia dei punti di forza rispetto agli altri Paesi europei per il minor indebitamento delle famiglie, per il sistema industriale («Non è vero che siamo in declino») e per quello bancario. Certo, «abbiamo un grande debito pubblico, ma gli altri hanno un enorme debito privato. E quando sposti il debito privato sul debito pubblico per salvarlo, tutto inizia a tornare. Il dato consolidato italiano è molto migliore di altri Paesi». In ogni caso «noi non vogliamo fare errori sul debito pubblico, sappiamo che non possiamo permetterci di aumentarlo. Le manovre espansive le hanno fatte i nostri padri, e ci hanno lasciato il terzo debito pubblico del mondo. Meglio essere prudenti», ha concluso.
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Fonte: Il Sole 24 Ore