Va da dieci giorni a dieci anni la forbice dei tempi possibili per reclamare contro un atto amministrativo,una multa, il comportamento di un venditore, la modifica di un contratto. La conoscenza della tempistica a disposizione dei cittadini è fondamentale in molti ambiti: da quelli sulla conservazione delle bollette a quelli legati ai
rapporti con le banche, agli acquisti, alle prescrizioni del Codice civile fino alle liti con il Fisco. Tempi che non sono mai gli stessi né hanno regole univoche: il consumatore che vuole recedere da un contratto, per esempio, deve sbrigarsi in dieci giorni (lavorativi); ma se, invece, vuole accedere a documenti di un ufficio pubblico che lo riguardano ha trenta giorni (di calendario); che diventano sessanta per contestare un permesso edilizio negato e possono arrivare a cinque anni per lamentare il mancato pagamento di indennità da un rapporto di lavoro.
Nei tempi assegnati per i vari reclami, insomma, vanno considerate più norme, dal Codice civile a quello del consumo, dal Testo unico bancario alle disposizioni sulla Pa, con regole settoriali che scavalcano quelle generali.
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Fonte: Il sole 24 Ore