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"Gli Italiani Rischiano sulla Pensione!"

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Dopo anni ed anni di lavoro, chi in ufficio e chi non, il lavoratore giunge finalmente alla meta tanto attesa: la pensione.
All'interno del nostro Paese, però, la Società per lo sviluppo del Mercato dei Fondi Pensione, il Mefop, a seguito di un indagine, rivela che quasi il 70% degli italiani non conosce il criterio secondo il quale verrà calcolata la loro pensione e quindi l'ammontare della cifra della stessa che spetta a ciascuno di loro.
Sono molte le lacune in materia che affliggono numerosi cittadini, ed alcune di queste sono assai gravi: ad esempio non sanno che a coloro i quali hanno accumulato versamenti compresi tra i 18 e 33 anni avranno un calcolo basato su un sistema misto ma nell'insieme contributivo;mentre a coloro che non superano i 17 anni di contributi l'assegno sarà calcolato secondo un sistema interamente contributivo.

Oggigiorno i tempi, a causa della forte crisi che ha colpito sia il nostro stivali che numerosi Paesi europei, sono cambiati rispetto a quelli in cui il prospetto della pensione appariva limpido e quasi “immediato”,facendo si che tale prospetto risulti solamente un puntino lontanissimo all'orizzonte, una corsa il cui traguardo sembra una meta quasi irraggiungibile. Ma gli italiani non sono rimasti a guardare, e si sono organizzati di conseguenza.
Presiti pensionati
In Italia a partire dal 2013, sempre a causa della sopracitata dilagante crisi, assai numerosi italiani,secondo i dati del Covip quasi 100mila in più rispetto al 2011, hanno sospeso i versamenti a favore dei fondi pensionistici, anche perchè per investire in questi fondi bisogna possedere competenza in materia e soprattutto sapere quando e come investirvi, facendo così capire che oramai non è più unicamente lo Stato ad occuparsi delle pensioni, ma anche i cittadini stessi.
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L'unica cosa che può ammorbidire questo senso di profonda sfiducia ed abbattimento riguardo il tema pensionistico è avere la consapevolezza che, come espresso da due importanti esponenti politici nel corso dell'anno 2011, coloro che hanno iniziato il percorso lavorativo nell'ultimo decennio percepiranno una pensione a fine carriera inferiore del 30% rispetto a coloro che vanno in pensione quest'anno e sapere che,sempre a proposito dei neo lavoratori, anche compiendo 50 anni di versamenti durante la carriera lavorativa, tale requisito potrebbe non bastare per percepire un assegno pensionistico decente e degno degli sforzi eseguiti precedentemente.

L'unica cosa che resta ai lavoratori italiani, quindi, è quella di rimboccarsi le maniche, accettando anche salari minimi pur di proseguire il loro cammino per cumulare anni di lavoro e di versamenti, e sperando nel risolvimento, veloce o meno che sia, di questa assai dolorosa crisi.
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Fonte: Web





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