Amore e psiche



Amore e Psiche



CAPITOLO XXII

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Psiche davanti a Venere.


IX "E afferratala bruscamente per i capelli cominciò a strascinarla senza che quella poveretta potesse minimamente reagire. "Quando Venere se la vide portare davanti sbottò in una sonora sghignazzata e scuotendo la testa come di solito fa chi ribolle dentro dalla rabbia e grattandosi l'orecchio destro: ‘Finalmente' le gridò ‘ti sei degnata di venire a salutare tua suocera! O forse sei venuta a far visita a tuo marito in pericolo per la ferita che gli hai procurato? Ma sta tranquilla, ti farò l'accoglienza che merita una brava nuora come te,' e soggiunse: ‘dove sono Angoscia e Tristezza, le mie ancelle?' e fattele entrare ad esse l'affidò perché la torturassero; e quelle, eseguendo a puntino l'ordine della padrona, cominciarono a lavorare di scudiscio sulla povera Psiche e a straziarla con torture di vario genere, poi gliela riportarono davanti. E Venere nuovamente scoppiò a ridere: ‘Sta a vedere che io adesso debbo commuovermi per quel suo ventre gravido che dovrebbe farmi nonna felice di una prole illustre. Sì, proprio felice: nel fiore degli anni esser chiamata nonna e il figlio di una miserabile schiava passare per nipote di Venere. Ma stupida anch'io a chiamarlo figlio, ché mica è valido il matrimonio fra persone di diversa condizione sociale celebrato, poi, così, in campagna, senza testimoni, senza il consenso del padre; perciò questo che nascerà sarà un bastardo, ammesso pure che io ti lasci portare a termine la gravidanza.'



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