Le tre regole d'oro della vita di coppia sono rappresentate dal fatto che: 1) proviamo stima per noi stessi come per l'altro, 2) abbiamo smesso di proiettare sull'altro le nostre illusioni, 3) siamo di fronte ad una persona in carne ed ossa di cui conosciamo risorse e difetti ed è la somma di questi due ingredienti che ci permette di costruire la nostra storia.
“Tu non sei la persona che credevo” fa parte della fase in cui constatiamo la fine delle illusioni. Paradossalmente dovremmo essere felici di incontrare questa dichiarazione perché ci fa capire che finalmente siamo di fronte alla persona vera e se siamo disposte ad affrontare la delusione è un' occasione importante per chiarire se vogliamo restare o separarci.
Se scegliamo di separarci dovremmo però avere capito cosa non abbiamo visto e sentito e perché per noi è stato così facile sbagliare. Una seria riflessione sulle nostre tentazioni a dimenticare e ignorare alcuni elementi della persona di cui ci innamoriamo sarà utile quando avremo voglia di costruire una nuova coppia evitando di commettere di nuovi errori. Ma c'è un dato, maschi e femmine spesso ignorano che nella costruzione di una nuova coppia, quando trasformiamo una storia in un progetto, dobbiamo avere la capacità di immaginare l'altro in funzioni diverse dal fare sesso, vacanze e tempo libero.
Dobbiamo vedere la quotidianità e quali sono i nostri miti legati ai ruoli, cosa vuol dire per noi la parola moglie, madre, marito, padre e quali immagini ideali abbiamo dentro la testa relativamente ad un uomo e una donna che vivono in uno spazio comune, che prendono decisioni, progettano il futuro. Lo stile familiare nella gestione della casa, dell'ordine della spesa, dei soldi, sono cose che diventano concretamente importanti solo quando si passa da una fase di libertà ad una fase di impegno.
Quando incontriamo la delusione è fondamentale capire cosa ci ha permesso di non vedere la realtà. Spesso ci innamoriamo solo di parti dell'altro, quelle che ci regalano emozioni e speranze inconsce e che ci fanno pensare che siamo in grado di rompere la solitudine. Quando iniziano le delusioni ci si rifugia spesso in un comportamento infantile e bizzoso che ci fa costruire un litigio permanente che spesso determina una difficoltà emotiva e sessuale.
Non accettiamo di scambiare sesso con chi non se lo merita e la mancanza di intimità aumenta la separazione emotiva creando distanza. Ma la distanza fa venire il desiderio di riconciliazione e allora aspettiamo che sia l'altro a fare la pace, restiamo sulla nostra posizione in attesa e se non accade nulla usiamo la rabbia e le lacrime per ristabilire un contatto e questo riapre alla dimensione sessuale, si può fare sesso. Da questo momento dobbiamo stare attente a non costruire il circolo vizioso: offesa, chiusura, rabbia, emozioni, riconciliazione, sesso, perché è un circolo perverso capace di rendere negativa ogni relazione, dato che permette l'uscita delle emozioni solo usando la rabbia.
Se abbiamo voglia di fare la pace impariamo ad esprimerlo senza dover passare dalla rabbia e dalle lacrime, non c'è incoerenza e umiliazione se abbiamo la forza del desiderio, se valorizziamo la consapevolezza dell' importanza dell'altra persona. Impariamo a vivere le nostre azioni come progetto: voglio stare con te, desidero fare l'amore litigheremo dopo, ho bisogno di coccole e per questo sospendo la guerra, voglio ridere, cerco di nuovo in te il mio antico compagno di giochi. Queste sono frasi che ci aiutano a passare le fasi difficili di irritazione, inconciliabilità e ci guidano ad una nuova consapevolezza, alla competenza ad abbandonare i crucci infantili, le antiche ferite da figlie non amate per andare verso una nuova costruzione della coppia.
Non usiamo il sesso per vincere contro l'altro, lasciamo al sesso la libertà di esprimere un altro territorio di dialogo, non è un dono o un castigo è una dimensione relazionale che può aiutare a sentirsi di nuovo uniti. Il consiglio è avere il coraggio di litigare per quello che non ci piace lasciando aperte le vie di comunicazioni fisiche che hanno un potere più forte delle parole.
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Fonte: Tiscali