Avere figli, per una donna, è una questione fisica, ma anche psicologica. Se da un punto di vista strettamente biologico, il corpo femminile resta fertile dalle prime mestruazioni alla menopausa, sotto l'aspetto mentale c'è qualcosa che fa avvertire ancora più forte del normale il desiderio di maternità. Lo chiamiamo "orologio biologico" e non è altro che quel forte impulso a diventare madre che in ogni donna coincide con un determinato periodo della vita. Ma come capire quando esattamente scatta questo timer innato?
Quando una donna decide di avere un figlio
La curva della fertilità femminile raggiunge il suo massimo intorno ai 25 anni, per poi cominciare a scendere superati i 35. Il desiderio di avere un figlio, però, è tutt'altra cosa: segue percorsi e tempi differenti, che prescindono soprattutto dagli ormoni femminili. E così può accadere in qualunque momento della vita, quando una donna sente per esempio di aver raggiunto gli obiettivi che si era prefissata nel lavoro o nella società, nella sicurezza economica o nella stabilità dei sentimenti. In più, quando mette in conto che avere un bambino le comporterà profondi cambiamenti nella vita di tutti i giorni (che quasi certamente la indurranno a mettere in secondo piano il lavoro e le ambizioni professionali) e anche nell'aspetto del proprio corpo.
L'orologio biologico vero e proprio
Nella vita di una donna, arriva prima o poi un momento in cui si rende conto che il tempo a sua disposizione per procreare sta man mano esaurendosi. Ai suoi occhi, anzi, questo limite rappresentato dalla menopausa si avvicina molto rapidamente. In molti casi, è una sensazione che si presenta repentina e inaspettata, anche in quelle donne che mai, fino a quel momento, avrebbero pensato di volere un figlio. È questo il cosiddetto orologio biologico.
Se pensate di non essere in grado di riconoscerlo (o comunque non volete accettare anche solo l'idea che possa riguardare pure voi), eccovi i segnali inequivocabili che le lancette di questo bio-timer stanno camminando inesorabili:
Hai avuto le prime mestruazioni irregolari - Di fronte a un segnale come questo, anche la più irriducibile "ragazza dentro" finisce per prendere in considerazione il tempo che passa…
Le tue amiche coetanee sono quasi tutte incinte - In questo caso, il pensiero che scatta quasi automaticamente è il seguente: "Se lo fanno loro, che sono come sorelle per me, potrebbe essere venuto il momento anche per me…".
Si fanno vivi i primi sensi di colpa - Dopo aver spento la trentacinquesima candelina, può palesarsi qualche elucubrazione di troppo, recriminazioni su quello che si sarebbe potuto avere e quello che non si è (ancora) fatto: in primis, un figlio.
Se venisse, sarebbe "tuo" figlio e non "vostro" - Cominci a vedere la gravidanza come un qualcosa che riguarderebbe solo voi stesse e non anche il vostro partner, non quindi come il risultato di un progetto di coppia.
L'ansia ti impedisce di avere le idee chiare - Il solo pensare alla gravidanza vi mette ansia: dopo un così lungo periodo di chiusura, sareste anche disposte a prendere in considerazione l'eventualità. Ma che oppressione pensare che vi resta ancora pochissimo tempo per decidere…
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Fonte: Yahoo