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"Stop alla Fuga dei Cervelli!"

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L`espressione "fuga dei cervelli" (in inglese brain drain) indica l`emigrazione verso paesi stranieri di persone di talento o alta specializzazione professionale. Tale termine, riferito al cosiddetto "capitale umano", rievoca quello della "fuga dei capitali", ovvero il disinvestimento economico da ambienti non favorevoli all`impresa.
Un po` di tasse in meno e facilitazioni in tema d`alloggio, sono queste le esche con cui l`Italia cerca di convincere al rientro i "cervelli fuggiti" negli anni passati.
Le conseguenze culturali di questa singolare esportazione sono certo gravi, anche se difficili da
quantificare. Ma quelle economiche sono sotto gli occhi di tutti. Il nostro Paese è l`unico, tra i circa
trenta dell`Ocse (l`organizzazione dei Paesi più industrializzati), ad avere un deficit strutturale nella
bilancia dei pagamenti relativa alle tecnologie più avanzate.
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Se quanto stabilito dalla legge 238/2010 (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 13 gennaio) basterà o meno ad arrestare la "fuga dei cervelli" non è ancora dato sapere, ma - in attesa dei decreti attuativi che definiranno i dettagli del provvedimento - bisogna segnalare il tentativo di arrestare l`emorragia di competenze e creatività che negli ultimi anni ha considerevolmente impoverito il Paese.

Meno tasse per i cervelli che tornano
Secondo quanto previsto dal testo di legge, chi tornerà in Italia per lavorare (dopo avere avuto esperienze di lavoro e di studio all`estero) potrà fruire di una riduzione della base imponibile - in riferimento ai redditi di lavoro dipendente, d`impresa e di lavoro autonomo - dell`80% se donna e del 70% se uomo.

Il considerevole incentivo sarà valido da quest`anno e fino al 2013 ed è legato, ovviamente, a una serie di condizioni. Come ricorda Fisco Oggi, la rivista online dell`Agenzia delle Entrate, per ottenere le agevolazioni previste dalla legge, infatti, occorre (con riferimento alla data del 20 gennaio 2009):

essere cittadini dell`Unione europea;
essere nati dopo il 1° gennaio 1969;
aver risieduto continuativamente per almeno ventiquattro mesi in Italia;
avere una laurea e aver esercitato senza interruzione, negli ultimi 24 mesi o più, attività di lavoro dipendente, autonomo o d`impresa fuori dalla madrepatria e dall`Italia, pur avendo la residenza nel proprio Paese d`origine ovvero aver studiato ininterrottamente per almeno 24 mesi, conseguendo una laurea o un titolo post-lauream, fuori dalla madrepatria e dall`Italia, pur avendo la residenza nel proprio Paese d`origine;
essere assunti o intraprendere un`attività di lavoro autonomo o d`impresa in Italia e, nei successivi tre mesi, trasferire il domicilio e la residenza nel Bel Paese.
A chi spetta la facilitazione e a chi no
A un decreto del ministero dell`Economia e delle Finanze, da emanare entro 60 giorni dall`entrata in vigore della legge, spetta l`indicazione delle categorie che potranno avvalersi dell`incentivo. Intanto, però, la 238/2010 - prevedendo esplicito divieto alla contemporanea fruizione di più incentivi - individua alcune categorie di soggetti che non potranno sfruttare l`opportunità degli sconti fiscali.

È questo il caso, per esempio, di chi già usufruisce degli incentivi per il rientro in Italia di ricercatori e docenti residenti all`estero (articolo 17 del Dl 185/2008) o del credito d`imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno (articolo 1, commi da 271 a 279, legge 296/2006).
Allo stesso modo, inoltre, risultano esclusi dal beneficio anche i dipendenti a tempo indeterminato di amministrazioni pubbliche o imprese italiane che svolgono all`estero il proprio lavoro.

Altri aiuti
Le facilitazioni previste per chi sceglie di tornare in Italia non si limitano agli sconti fiscali. La legge, infatti, prevede per le Regioni la possibilità di riservare una determinata quota di alloggi di edilizia residenziale ai beneficiari dello sconto fiscale, mentre sarà compito dello Stato stipulare - in materia previdenziale - una serie di accordi con i Paesi da cui rientrano i giovani cervelli per garantire la totalizzazione dei contributi versati all`estero con quelli maturati in Italia.

Come richiedere il beneficio
Per ottenere i vantaggi previsti - secondo quanto riportato dal magazine dell`Agenzia delle Entrate - "i lavoratori dipendenti dovranno farne richiesta al datore di lavoro che opererà le relative ritenute secondo le modalità che saranno definite da un provvedimento dell`Agenzia delle Entrate, da emanare entro trenta giorni dall`entrata in vigore della legge".

Un aiuto all`espletamento delle pratiche arriverà anche dagli uffici consolari all`estero. Seguendo una prassi ancora da stabilire (si aspetta la sua definizione un decreto a triplice firma di ministero degli Affari esteri, ministero dell`Economia e delle Finanze e ministero del Lavoro e delle Politiche sociali), toccherà proprio ai consolati, in collaborazione con la società Italia lavoro Spa, seguire l`espletamento degli adempimenti amministrativi per il rientro dei giovani beneficiari.
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Fonte: Tiscali




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