Più di una
mamma su cinque (22%) al momento del parto non dichiara il nome del partner. Un dato in aumento del 7% rispetto all`anno scorso, nonostante le nascite stimate siano in linea con quelle del 2009 (circa 6.500). E` la fotografia scattata dalla Clinica Mangiagalli, del Policlinico di Milano, uno dei punti nascita più attivi d`Italia che ha presentato il bilancio 2010 della sua attività. Dalla Lombardia, che ha il tasso di occupazione femminile più alto d`Europa (57,1%), sembra arrivare il segnale di una rivoluzione epocale: intorno ai 35 anni il desiderio di maternità può essere talmente forte da spingere a fare un figlio anche senza avere un uomo al fianco.La maggior parte di queste donne "sole" è italiana (72,3%), mentre le straniere sono circa una su tre (27,7%). Dal momento della nascita, in ogni caso, le madri hanno 10 giorni per indicare il padre del bambino nelle registrazioni al Comune: questo potrebbe voler dire che le neomamme non sono per forza single, ma che magari hanno solo bisogno di un po` di tempo in più.
Video
Oppure la ragione per non indicare da subito il nome del padre potrebbe risiedere nella voglia di dare il doppio cognome al nascituro: in Italia, infatti, i figli assumono di norma il cognome dell`uomo, a meno che il bambino non sia riconosciuto prima dalla mamma e solo dopo anche dal papà Quest`anno nella clinica, "in cui - secondo la struttura - storicamente è venuto alla luce un milanese su due", sono stati effettuati 215 parti gemellari, 6 trigemini e un quadrigemino, con una media di 18 parti al giorno e un picco di 33 nascite registrato lo scorso 6 luglio. Fiocchi rosa e azzurri sono quasi alla pari: dei 6.138 bebe nati al 30 novembre 2010 (5.919 parti), i maschi sono il 51% e le femmine il 49%. Italiano il 77,5% dei genitori, straniero il 22,5%. In linea con i dati dell`anno precedente, invece, sono state 1.440 le interruzioni volontarie di gravidanza, il 99% per via chirurgica.Negli ultimi 2 mesi, però, grazie al fondo regionale Nasko (che supporta economicamente le madri che pensano a un aborto perché non possono permettersi di mantenere un figlio) 103 donne sotto i 30 anni hanno potuto scegliere di non interrompere la gravidanza a causa di difficoltà economiche.
Foto
Fonte: Tiscali