Un sospiro di sollievo per i titolari di un mutuo a tasso variabile, ma anche una misura che riduce ulteriormente la schiera di quanti potranno beneficiare del tetto al 4% fissato dal Governo nel decreto anti-crisi. Nel corso della giornata di ieri, la Banca Centrale Europea ha tagliato il tasso ufficiale dello 0,75% portandolo al 2,5%. Una decisione preceduta dai dati allarmanti di Eurostat – l`ufficio di statistica europeo - che disegnano uno stato di recessione nell`area dell`euro. Nel terzo trimestre dell`anno, il PIL degli Stati che utilizzano la moneta unica è sceso, infatti, dello 0,2% e la situazione di difficoltà dovrebbe essere confermata nel trimestre in corso.
Cosa cambia per i mutui
La decisione presa dalla BCE non impatta direttamente sui sottoscrittori dei mutui, ma inevitabilmente avrà un suo peso su questo mercato. Vediamo perché: quando la BCE abbassa il costo del denaro, le banche possono finanziarsi più a buon mercato. Di conseguenza possono praticare tassi inferiori alla loro clientela, sia che si tratti di altre banche, sia che si tratti di privati. Il valore del mutuo variabile è calcolato sommando l`indice Euribor (il tasso con il quale gli istituti di credito si scambiano denaro) e lo spread (che costituisce il guadagno per la banca). Le rilevazioni di ieri (il tasso è calcolato su base quotidiana) indicavano un Euribor a 3 mesi a quota 3,669%, sui valori minimi da due anni a questa parte. Esattamente due mesi fa, quando il tasso ufficiale della BCE era al 3,75%, l`Euribor viaggiava al di sopra del 5,30%.
La misura governativa
Il decreto anti-crisi approvato lo scorso 29 novembre dal Governo ha fissato un tetto ai tassi dei mutui variabili sottoscritti prima del 31 ottobre 2008. Se nel corso del 2009, l`Euribor dovesse superare il 4%, il mutuatario non pagherà nessun aumento oltre tale soglia perché la differenza viene presa in carico dallo Stato. "È difficile stabilire quanti saranno i beneficiari del provvedimento, ma si tratta di una platea molto limitata", spiega Roberto Anedda, vice-presidente di MutuiOnline, che precisa: "In questi giorni è stata data una lettura del decreto non sempre precisa: è sbagliato ritenere che il limite del 4% sia applicabile a tutti i sottoscrittori di mutuo variabile. Per capire se si rientra nella platea dei beneficiari, occorre analizzare il proprio contratto. Se questo, al momento della stipula, prevedeva un tasso inferiore al 4%, il consumatore avrà la certezza di pagare per tutto il 2009 un tasso non superiore al 4%, con lo Stato che si farà carico della somma eccedente". Lo stesso non vale per gli altri: "Se il tasso originario era superiore", aggiunge Anedda, "il tasso massimo sarà proprio il valore del tasso originario. Il limite minimo del 4% varrà quindi solo per una parte ristretta dei mutui erogati negli anni precedenti, e dipenderà sia dal momento di erogazione che dallo spread applicato".
Foto
Fonte: Yahoo
Notizie economia