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"Economia: Non c'è Ripresa Senza Occupazione!"

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L`Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) conferma che - anche se in misura leggermente inferiore alle attese - l`economia è sulla via della ripresa, ma la situazione non si alleggerirà per tutti. Per quanto riguarda l`occupazione, infatti, i tempi che verranno non saranno migliori di quelli appena passati.
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Le stime Ocse
In vista del vertice del G20 di Seul, l`Ocse ha anticipato alcune delle cifre che saranno al centro dell`outlook d`autunno, che verrà presentato in dettaglio il 18 novembre. Secondo quanto comunicato, nell`area d`interesse dell`Organizzazione, il ritmo di crescita economica si è attestato intorno al 2,5-3% (riviste al ribasso -rispetto all`outlook di maggio - le previsioni per il 2011, che passano dal 2,8% al 2-2,2%), con gli Stati Uniti (al 2,75-3,25%) più performanti rispetto all`Eurozona (1,75% -2,25%) e al Giappone (1% -1,25%).
Mutui tasso agevolato
I numeri, tendenzialmente positivi in materia ripresa economica, rimangono negativi per quanto riguarda l`occupazione. Dando credito alle previsioni dell`Ocse, infatti, alla fine del 2012 il tasso di disoccupazione dell`Eurozona sarà vicino al 9% e quello degli Stati Uniti prossimo all`8%, determinando - nel complesso - un tasso medio superiore al 7%.

Idee chiare
Gli addetti ai lavori sembrano avere le idee chiare rispetto al momento che il sistema economico mondiale sta attraversando. Secondo Angel Gurria, segretario generale Ocse: "Se non riusciamo a rimettere in piedi un meccanismo virtuoso di creazione di lavoro non possiamo dire di essere davvero usciti dalla crisi. [...] Se tutti i paesi non si danno da fare per cambiare il mercato del lavoro e adattarlo allo scenario del dopocrisi, un sacco di gente rischia di rimanere ai margini della ripresa".

La strada da intraprendere, secondo Gurria, è quella che porta alla creazione di nuove opportunità di lavoro e non alla difesa delle vecchie forme di occupazione: "A ben guardare nelle pieghe dei bilanci si nascondono ancora agevolazioni, esonerazioni, privilegi fiscali che possono essere rivisti o addirittura eliminati per indirizzare fondi alla riduzione della fiscalità sul lavoro, alla formazione continua. A tutte le possibili politiche attive del lavoro, insomma".
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Fonte: Tiscali



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