Con l`avvento dell`era digitale, una tempesta perfetta ha colpito l`intera informazione: i giornali hanno perso il monopolio e il contatto diretto con i lettori e gli inserzionisti pubblicitari e per questo occorre trovare soluzioni valide. Questo in sintesi quanto emerso stamattina nel corso della prima sessione della Conferenza internazionale per l`industria dell`editoria e della stampa quotidiana - in corso a Roma - organizzata da Wan-Ifra, in collaborazione con la Fieg e l`Asig (l`Associazione stampatori giornali).Focus sul futuro dei media - Al centro dei lavori, che vedono la partecipazione record di oltre 230 tra manager, giornalisti, consulenti e addetti ai lavori dell`industria editoriale, le prospettive di sviluppo dei giornali della trasformazione del prodotto stampato ai nuovi supporti e-reader, con l`emergere di nuove soluzioni tecnologiche come la stampa digitale. Giulio Dalla Chiesa, presidente dell`Asig, ha evidenziato come "l`industria editoriale stia vivendo una fase di crisi nonostante il suo prodotto, l`informazione, sia un bene essenziale ed uno dei motori dell`economia digitale.Obiettivo, dunque, è quello di recuperare sostenibilità economica e margini di profitto, esplorando tutti i nuovi strumenti digitali via via disponibili, ma anche riorganizzando e razionalizzando il tradizionale ciclo della produzione cartacea che sostiene ancora - e per molti anni continuerà a sostenere - i conti economici delle imprese che producono giornali". Maurizio Scanavino, direttore marketing dell`editrice La Stampa ha insistito sul concetto di autorevolezza della testata "da mettere al centro della nuova rete di media. L`editore - ha detto - ha il compito di declinare sulle nuove piattaforme i contenuti la cui qualità è garantita dal brand storico".Rafforzare legame tra i brand storici e i lettori digitali - Su questi modelli si è soffermato anche Giorgio Riva, direttore generale di Rcs Digital, presentando le strategie sviluppate dal gruppo editore del Corriere e della Gazzetta dello Sport: "Per avere successo - ha detto - occorre rafforzare la relazione fra i brand storici e i nuovi lettori digitali ai quali offrire un sistema misto multipiattaforma". Sergio Vitelli, segretario dell`Asig, illustrando uno studio sui principali consumi dei quotidiani nel mondo, ha sottolineato anzitutto "uno spostamento ad oriente dell`editoria cartacea, con i consumi dei quotidiani su carta che continuano a crescere in Cina e India, mentre nei paesi più tecnologici, e in primo luogo negli Stati Uniti, i consumi di carta stampata sono in discesa anche se nei primi mesi del 2010 il calo si è arrestato rispetto al 2009".Contenuti a pagamento: ancora molto scetticismo - Nel corso di una tavola rotonda dedicata ai nuovi supporti mobili e alle prospettive che si aprono per gli operatori dell`informazione, Mario Calabresi, direttore della Stampa, e Andrea Monti, direttore della Gazzetta dello Sport, si sono mostrati scettici sulla possibilità di far pagare i contenuti sul web: "Laddove - ha detto Calabresi - il consumatore è abituato ad avere contenuti gratuitamente, è difficile convincerlo a pagarli". Per il direttore della Stampa il punto di partenza fondamentale è "considerare quello raggiunto dopo la grande crisi del 2008 e del 2009 come un livello di stabilità consolidato: i lettori che considerano la carta stampata come un valore sono rimasti, gli altri si sono volatilizzati".Tuttavia, avverte Calabrese, l`I-Pad non è il pifferaio magico, ma "una possibile piattaforma complementare al prodotto stampato in ogni caso: sarà indispensabile che l`informazione proposta attraverso il brand dell`editore sia diversificata rispetto alla concorrenza, senza per questo diventare schizofrenica. Ovvero chiara nell`impaginazione e semplice nella scrittura: se il lettore incespica nel consumo dell`informazione dobbiamo ricordare che oggi lo abbiamo perso, perché non riprenderà più il pezzo nel corso della giornata".
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Fonte: Tiscali