E` un film che fa sorridere, ma non vuole farsi beffe delle pellicole da cui trae spunto. Anzi, lo stesso Pino Insegno che debutta come regista con Gianluca Sodaro non vuole essere definito come un anti Moccia o anti Brizzi. Anzi, “Ti stramo” vuole rendere omaggio ad alcuni successi cinematografici italiani degli ultimi tempi, mantenendo comunque una sua personalità narrativa.
Per spiegare bene il concetto di “Ti stramo” la cosa migliore è utilizzare il titolo esteso del progetto: “Ho voglia di un'ultima notte da manuale prima di tre baci sopra il cielo”. L'
Obbiettivo, ben riuscito, è quello di fare una parodia garbata delle scene più significative dei film sintetizzati nel titolo esteso.
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Il tutto inquadrato in una tematica simile agli ultimi successi da cui trae lo spunto il film: una storia d'amore per teenager, ormai diventate il pane quotidiano per il consumatore medio del cinema italiano.
I protagonisti di “Ti stramo” sono appunto Stram, diminutivo di Stramarcio, ovvia parodia del personaggio bello e maledetto costruito da Riccardo Scamarcio interpretato da Marco Rulli, e Bambi (Carlotta Tesconi), personificazione ampia della protagonista femminile di tutti i film giovanilistici che vengono presi in considerazione, da Katie Saunders a Cristiana Capotondi.
La
love story tra i due protagonisti nasce per caso ad una festa per liceali, invasa dalla banda del trasgressivo Stram, ma per mille peripezie non riesce mai a sfociare in amore vero. Bambi è alle prese con gli esami di maturità, e quindi vive l'innamoramento con Stram quasi distrattamente.
Stram invece ha un grande problema con Bambi: ha molta sicurezza nel capitanare la sua banda di teppisti sfigati, ma non riesce ad affrontare in maniera matura il rapporto con la sua nuova ragazza.
Vittima di una serie di gag tragicomiche, Stram non arriva mai a soddisfare Bambi che, a sua volta è invece una ragazza assolutamente sicura di sé, e con le idee molto chiare sul come impostare una relazione con un ragazzo. Ma il finale, come nelle migliori favole, è lieto, con il riavvicinarsi dei due protagonisti, grazie anche alla magia emblematica di Ponte Milvio e dei suoi lucchetti.
Il film si incentra sul personaggio di Stram: bello e tormentato. Guida la moto, parla pochissimo, lancia lunghissimi sguardi. È l'idolo delle ragazze. Alterna atteggiamenti da duro ad accenni di sorriso smarrito. È schiavo del suo personaggio: ogni battuta è eccessivamente significativa, i toni esageratamente intensi.
`Ti stramo` pur nascendo dalla visione di tutti i film di riferimento, da “Tre metri sopra il cielo” a “Ho voglia di te”, da “Scusa ma ti chiamo amore” a “Notte prima degli esami” è godibile anche per chi quei film non li ha mai visti.
Inoltre a differenza di altri film basati sulla parodia la storia non è frammentata in sketch e in barzellette fine a se stesse, ma ha un'idea narrativa unica, come se si trattasse di una sola storia e che potesse vivere a prescindere dalla visione dei film di riferimento. Dunque piacevole da vedere e ironico al di là degli spunti che l`hanno ispirato.
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Fonte: Yahoo