Amore e psiche



Amore e Psiche



"Se la Mamma Lavora è Meglio il Figlio Unico!"

Invia testo Invia
Se la Mamma Lavora è Meglio il Figlio Unico 0Se la Mamma Lavora è Meglio il Figlio Unico 1
Se la Mamma Lavora è Meglio il Figlio Unico 2Se la Mamma Lavora è Meglio il Figlio Unico 3
I percorsi lavorativi femminili osservati in un arco temporale limitato a 10 anni dal primo impiego fanno emergere che il numero di figli avuti condiziona fortemente la capacità di gestire la famiglia e mantenere il proprio lavoro". Così si legge in una indagine multiscopo dell`Istat. Nella sezione sulle "difficoltà di (re)ingresso e permanenza nel mercato del lavoro delle donne", si spiega che a dieci anni dal primo impiego "se si tiene conto anche del vissuto familiare in termini di figli avuti si osserva che tra le casalinghe è minore la quota di chi si ferma al più al primo figlio (20,5% rispetto al 41,4% delle occupate a 10 anni dall`ingresso nel mercato del lavoro)"."Le casalinghe, infatti, nel 55,1% dei casi hanno raggiunto il secondo figlio entro 10 anni dal primo lavoro, contro il 42,4% di quelle che mantengono l`occupazione. Si tratta di un aspetto cruciale per il nostro Paese, caratterizzato da un moderato tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro e, contemporaneamente, da un basso livello di fecondità". L`Istat poi aggiunge che nel 2003, "il 65,9% degli intervistati che erano in coppia e che lo sono anche al 2007, non intendeva avere figli, né nel breve periodo (tre anni seguenti) né in futuro, il 26,8% intendeva averne nei 3 anni seguenti e il 4,2% intendeva averne in futuro ma non nei successivi 3 anni"."La netta polarizzazione tra volere un figlio subito - cioè entro i tre anni - o non volerne neppure in futuro per le persone in coppia cambia in base al numero di figli già avuti senza significative differenze di genere e di età. In particolare, al crescere del numero di figli viventi diminuisce il desiderio
di averne altri e di conseguenza aumenta quello di non volerne più.
Così, se il 69,5% di quelli che non avevano figli nel 2003 desiderava averne uno nei successivi tre anni, tale quota scendeva al 41,6% di quelli con già un figlio e arrivano al 6,6% di coloro con già due o più figli". Anche a livello territoriale si denotano delle aspettative diverse in quanto in tutto il Mezzogiorno è più alto il desiderio delle coppie di avere figli. In particolare, tra le persone in coppia senza figli, l`intenzione ed il sogno di avere il primo figlio a breve termine era più elevata nelle Isole (88,2%) (Figura 5) rispetto al valore medio per l`Italia (69,5%). Tra le persone in coppia che intendevano avere il secondo figlio nei 3 anni spiccavano quelle del Sud (58,5%), a fronte del 41,6% della media del Paese.Rispetto alle difficoltà "le lavoratrici temporanee non riescono a mantenere l`occupazione o a stabilizzarsi: la dinamica dei flussi evidenzia che le occupate a termine hanno una probabilità più alta di rimanere con un`occupazione temporanea (32,7% contro il 20,5% degli uomini) o di passare all`inattività (16,7% contro il 9,1%). Sono le donne del Mezzogiorno a pagare il prezzo più alto (una su tre contro due uomini su tre).Problematica anche la situazione delle disoccupate al 2003: rispetto agli uomini, le disoccupate passano molto più di frequente verso l`inattività, uscendo definitivamente dal mercato del lavoro, mentre la quota di chi permane nello stato di disoccupazione non presenta differenze di genere".
Foto


Fonte: Tiscali





Invia questo testo Invia questo testo



Articoli correlati:
Storie di corna nella Firenze di Lorenzo
Il butolino contro i tacchi alti
Novità per le donne: Push up con Gps
"Sono sempre di Più le Donne con il Diabete!"
"La crisi di coppia comincia dalla festa di nozze"